mercoledì 13 febbraio 2013

Aspettando Pasqua


Finito il carnevale entriamo nella quaresima come segno e come realtà di penitenza. Come meditazione visiva per la fine del carnevale, questa simpatica tavola allegorica di Ignacio de Ries, pittore spagnolo del XVII sec. Il titolo è "Arbol de la vida", e si trova nella Cattedrale di Segovia (Spagna). E' una rappresentazione della vanità della vita mondana e ridanciana, simbolizzata dalle gozzoviglie che si tengono in cima all'albero, nella noncuranza generale dei colpi che la morte quotidianamente assesta all' "albero della vita". Il diavolo tira dalla sua parte, cercando di accelerare l'inevitabile, per non dar tempo ai buontemponi di ricordarsi: "ricordati che sei polvere e in polvere tornerai". Dalla parte opposta alla morte, in abiti penitenziali, Gesù suona la campana, cercando di intercettare l'attenzione dei gaudenti tra le feste carnascialesche. Pare invano, a giudicare dallo sguardo preoccupato del Signore. Questo quadro è un ammonimento. Una "pubblicità penitenziale": l'ora è giunta, la Quaresima è alle porte. Scendete dall'albero  prima che sia troppo tardi, l'albero che pare "della vita" invece ti trascina nella tomba.(Cantule Antonianum).


Nell'aspettare la Pasqua 2013, alcune fotografie di Lu Signuri di li fasci anno 2012, gentilmente concesse da Giuseppe Bauccio a cui rivolgo i miei ringraziamenti. 
Con il restauro fatto effettuare al Santissimo Crocifisso e all' Addolorata da parte delle rispettive Confraternite, quest'anno nel rito della Settimana Santa li vedremo di uno splendore più reale e più vivo di come sono stati.



Versi sui dolori di Maria SS. in lingua dialettale

Passa Maria di na strata nova;
la porta d’un firraru aperta jera:
“O caru mastru, chi faciti a st’ura?”
“Fazzu na lancia e tri pungenti chiova”.
“O caru mastru, nun li faciti a st’ura
ca di novu vi la pagu la mastria”
“O cara donna, nun lu pozzu fari
Ca unni è Gesù ci mittinu a mia”.
“O caru mastru, mi nni duni nova
Di lu Figghiuzzu amatu di Maria?”.
“O bona donna, vi nni dugnu nova:
Pigghiati sangu, sangu ca ci trova”.
Maria grida ccu na vuci forti:
“ora lu criu ca me Figghiu è mortu!”.








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